La Crecchio archeologica nascosta sotto la superficie

Crecchio

(DAM) Crecchio (CH) – Famosa per il Castello Ducale e per il legame a filo doppio con l’epoca bizantina, Crecchio nasconde sotto la superficie secoli di storia antica altrettanto illustre.

Comune collinare tra i più conosciuti della provincia di Chieti, Crecchio testimonia la propria tradizione storica legata all’epoca bizantina con il celebre Castello Ducale, che si staglia in tutta la sua imponenza e ospita oggi proprio il museo dedicato all’epoca bizantina e alla storia della città.

Sebbene quando pensiamo a Crecchio sia spontaneo collegarla proprio a quest’epoca e agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, che hanno avuto un impatto enorme sulla cittadina, la storia di questo abitato inizia molto prima e affonda le proprie radici nell’antichità italica.

I ritrovamenti archeologici, infatti, testimoniano una presenza umana nella zona in cui oggi sorge Crecchio già da epoca preistorica. Tra questi, sono particolarmente interessanti una dea madre votiva riferibile al paleolitico superiore e alcuni frammenti di ossidiana e selci lavorate.
E, come dimostrano i ritrovamenti dell’età del ferro, la Crecchio di allora era una realtà piuttosto vivace, con una produzione ceramica discreta databile intorno al IX sec. a.C.

A darci maggiori informazioni sul nucleo più arcaico di Crecchio è stato un archeologo del posto: A. Carabba, infatti, nel corso di uno scavo nel 1846 rinvenne nella località di Santa Maria in Cardetola un’epigrafe italica del VI sec. a.C. con l’incisione Ok(r)ikam. Si tratta del più antico riferimento a Crecchio giunto fino a noi e oggi è conservato nel Museo Nazionale di Napoli.

I preziosi ritrovamenti di corredi funebri frentani che si sono susseguiti nel tempo ci permettono di ipotizzare che Okrikam fosse inizialmente una roccaforte Frentana posta a guardia dei confini con i Marrucini. Dopo la municipalizzazione da parte di Roma, Okrikam viene latinizzato in Ocriculum e il territorio viene suddiviso in grandi ville rustiche dedicate alla coltivazione di vite, ulivi e cereali.

Di queste antiche ville oggi restano in molti casi i nomi e alcuni resti archeologici, come quelli emersi a Villa di Vassarella-Casino Vezzani, portati alla luce dall’Archeoclub di Crecchio tra il 1988 e il 1991. Preziosa anche l’area di Villa Tucci, dove nel 2015 è stata rinvenuta una estesa necropoli datata tra il I sec. a.C. e il IV sec. d.C.

Il sistema romano delle ville restò attivo fino a circa il VI-VII sec. d.C., con esportazioni costanti di vino e olio attraverso il vicino porto di Ortona. Le sempre più frequenti invasioni e le devastazioni della guerra greco-gotica, tuttavia, portarono ad un progressivo spopolamento dei villaggi e all’insediamento della popolazione nella più difendibile area collinare dove oggi sorge Crecchio.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine