La continuità plurimillenaria della dorsale appenninica

La continuità plurimillenaria della dorsale appenninica

L’area archeologica dell’antica Ocriticum, nella natura incontaminata della provincia aquilana, fa da cornice alle splendide rovine del tempio dedicato al dio Giove, costruito in seguito al termine del bellum Italicum (91/88 a.C.) come patto di alleanza tra i Peligni e Roma. Nel II secolo d. C. un violento terremoto provocò la distruzione della maggior parte degli edifici della zona e un conseguente abbandono della stessa.

I resti degli edifici, riscoperti in seguito agli scavi iniziati nei primi anni novanta del secolo scorso, sorgono in un contesto particolarmente suggestivo e non casuale, nei pressi di un altopiano incorniciato da monti boscosi e dominato dalle cime più alte della sacra Maiella, da sempre ancorata al piano del divino. Inoltre la corrispondenza di questo sito con la vicina e, allora, molto trafficata Via Nova, l’asse viario che collegava Corfinium (capitale della Lega italica durante la guerra sociale) con il Sannio, ne favorì lo sviluppo abitativo, economico e produttivo.
Questo luogo costituisce una fra le innumerevoli testimonianze dell’identità delle popolazioni italiche; rappresenta la cosiddetta “spina dorsale” della nazione italica, che si basa su una continuità identitaria, storica, religiosa e tradizionale delle genti risalenti all’età del ferro.

Sulle vette dell’Italia centrale, infatti, alcuni secoli prima dell’espansione dell’impero romano, si sviluppò la civiltà appenninica, la cui attività predominante era la pastorizia. Col passare del tempo le genti italiche vennero progressivamente “romanizzate” e, a loro volta, influenzarono la stessa Roma sia dal punto di vista dei riti sia da quello delle usanze; per queste ragioni spesso diventa arduo distinguere la fisionomia originaria di coloro che occupavano i territori al di fuori dell’Urbe. Autorevoli e approfonditi studi sui culti delle più antiche divinità italiche dimostrano che queste ultime furono adottate dalla religione romana e, con l’avvento del cristianesimo, furono assorbite nelle tradizioni popolari delle liturgie dei santi in Italia.
Una nazione italica che affonda le sue origini nella coniuratio Italiae del 31 a.C. con la quale l’ Italia giurò fedeltà a Cesare Ottaviano nella guerra finale della Repubblica romana contro Cleopatra e Marco Antonio. Attraverso questo giuramento di fedeltà l’imperatore, raggiungendo il consensus universorum ricordato dalle Res Gestae con la restituzione al senato e al popolo della res publica, riformò lo stato romano ed estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti della penisola italiana.

Maria D’Argento