Italo Conci e la memoria rimossa

Italo Conci: la rimozione della memoria

di Ruggero Morghen

(DAM) Riva del Garda (TN) – “Retrospettive”, il periodico culturale della trentina Valle dei Laghi diretto dall’amico Mariano Bosetti, ricercatore storico e giornalista, ha dedicato opportunamente il primo numero del 2024 ad alcune “figure dei nostri paesi (trentini) più o meno note, che nel corso del tempo son state dimenticate o quanto meno sono rimaste sconosciute alle giovani generazioni”.
È il caso di Italo Conci, che fu tenente della Legione fiumana, costituita nell’aprile 1919 dal capitano Giovanni Host-Venturi con un nucleo di volontari per difendere Fiume dal contingente francese di stanza nella città, ritenuto filo-iugoslavo, e dopo l’arrivo di Gabriele d’Annunzio inglobata nelle forze armate fiumane.

Italo Conci, é nato a Vezzano (parrocchia dei santi Vigilio e Valentino) il 7 febbraio 1893 da Angelo Conci e Teresa Pellegrinati ed è morto a Cantrida, Fiume, il 26 dicembre 1920.
Di lui ora a Vezzano – ancora Comune di Vallelaghi – si conserva una memoria piuttosto flebile. “Immagino – osserva Rosetta Margoni, coordinatrice dell’Archivio della Memoria in qualità di volontaria dell’Ecomuseo della Valle dei Laghi – che un po’ la storia ed un po’ l’assenza di un legame storico della famiglia col paese siano le concause che ne hanno decretato un po’ la rimozione della memoria”. Rimozione (il termine pare assai pertinente) peraltro operante ben oltre i confini vezzanesi, se solo si pone mente alla striminzita ed assai datata bibliografia relativa al soggetto qui considerato: eppure Conci non fu fascista; da quel regime venne solo ricordato e valorizzato.
Si riteneva forse che l’Impresa di Fiume – di cui il nostro fu attivo e sfortunato protagonista – fosse stata una sorta di prova generale della rivoluzione fascista. Lo storico Marco Mondini, del resto, considera proprio Fiume “la sede delle prove tecniche di una guerra civile molto più vasta, che avrebbe interessato l’intero Paese negli anni successivi”. In effetti – come è stato notato – “l’eco della vicenda fiumana sopravvisse a lungo, alimentata soprattutto dal Fascismo che volle segnarne l’immagine rivendicandone i caratteri anticipatori della nuova Italia di Mussolini” .
Così del resto fu per Sandro Pozzi, legionario fiumano e sansepolcrista, che vedeva l’impresa in se stessa come “il fonte battesimale della nuova coscienza italica”, ché “l’azione legionaria di Fiume – così infatti scrisse – forgiò lo spirito nuovo che ha finalmente dato all’Italia una sicura coscienza nazionale” . Ancora negli anni Cinquanta Paolo Alatri “considerava il Comandante e il suo operato politico come apripista di Mussolini”, mentre ora – anche alla luce di “una nuova storiografia più attenta a sottolineare gli elementi libertari di quell’impresa che non il suo essere stata l’apripista della marcia su Roma e del Fascismo” – ci si propone di disegnare “un percorso alternativo a quello solitamente rappresentato e che tende, in maniera incongrua e superficiale, a sovrapporre interventismo, dannunzianesimo e fascismo” . In questa prospettiva appare utile, se non necessario, uno studio sul complesso reticolo biografico fiumano, come auspicato tra gli altri da Fabrizio Rasera e come qui si tenta con riferimento al legionario della Valle dei Laghi.
Tornando a Vezzano, paese natale di Conci, si citano in suo ricordo la vecchia denominazione della Scuola locale (ora Stefano Bellesini) e la Banda del paese, che venne infatti intitolata ad Italo Conci (forse nel 1931), mentre dopo l’elevazione della Villa di Vezzano a Borgo, nel 1998, essa assunse il nome di “Corpo Bandistico del Borgo di Vezzano”. “Il corpo musicale – ci dice Alessandro Chemotti – può ora contare su pochi elementi, che danno man forte ad altri complessi bandistici. Si fanno però alcuni corsi e, quanto al nome, si privilegia il riferimento al territorio, al borgo piuttosto che l’intitolazione originaria”.
Per quanto riguarda quest’ultima, scrive Annely Zeni: “L’intitolazione ad Italo Conci, omaggiando il Tenente degli Arditi caduto a Fiume nel 1920, non solo riagganciava un filo bandistico nel nome del padre Angelo, ma corrispondeva al culto eroico dell’ideologia imperante”. “Tuttavia, nel caso delle bande – tranquillizza la ricercatrice di cose musicali -, il processo alle intenzioni non esclude, benché mutate le occasioni, l’inalterata funzione partecipativa ai momenti importanti per la comunità rappresentata, indipendentemente dalle complicità ideologiche”. ll dottor Angelo Conci, medico e farmacista nonché padre di Italo, aveva ricoperto la carica di primo presidente della neocostituita Banda sociale del Borgo di Vezzano. Il 15 dicembre 1892 ne aveva sottoscritto lo statuto con Marcellino Andreis, Carlo Zeni, Giuseppe Zanini e Valentino Tonelli.
Ad Italo Conci venne inoltre intitolato il “Gruppo di Azione” di Vezzano, organizzazione istituita con la riforma scolastica Gentile del 1923 al fine di riunire gli insegnanti in una sorta di cenacolo culturale togliendoli dal loro isolamento. Questo gruppo – informa Rosetta Margoni – fu segnalato nella relazione-studio sulle scuole della circoscrizione di Trento (1925-1926) tra i più attivi nell’organizzare convegni, gare, scambi di visite, “feste per la dote della scuola” (una recita, un saggio ginnico, una lotteria) nonché mostre didattiche locali.