In memoria di Italo Conci, l’ombra del d’Annunzio a Fiume

La memoria e le commemorazioni in onore di Italo Conci, l’ombra del Comandante d’Annunzio a Fiume, nel suo paese natio Vezzano, frazione del Comune di Vallelaghi in provincia di Trento.

(DAM) Vezzano (TN) – La memoria del legionario fiumano Italo Conci a Vezzano, suo paese natale, è tenuta viva dall’iscrizione tuttora ben leggibile al civico 5 di via Roma, che così recita: “Questo segno d’amore e di promessa i legionari di Ronchi uomini liberi tra servi smarriti dedicano all’eroe1 Italo Conci che ucciso dai fratelli nella notte santa e orrenda di Fiume gli angeli della Redenzione avvolsero nel sudario di Cesare Battisti reso inconsumabile dal Signore per accomunare il sacrifizio di tutti gli eroi trentini credenti nella Patria futura. Fiume, XXVI decembre MCMXX – Vezzano, XXVI decembre MCMXXI”.

Il testo dell’epigrafe, composto da Gabriele d’Annunzio e relativo appunto a Conci, uno degli otto sottotenenti della Legione trentina “Cesare Battisti”, è stato riprodotto a Vezzano fedelmente, a parte l’originale “legionarii” che è diventato nell’iscrizione “legionari”, mentre il poeta aveva indicato quale luogo della celebrazione nel primo anniversario fiumano non Vezzano ma Trento. Sembra che la lapide venisse realizzata da Giancarlo Maroni, futuro architetto del Vittoriale.

Oltre all’epigrafe d’Annunzio scrisse anche, il 9 dicembre 1921 su carta recante il motto “Io ho quel che ho donato”, una lettera ai Legionari trentini di Ronchi. “Consegno a Gian Carlo – vi si leggeva – il testo della iscrizione in gloria di quell’Italo Conci che mi fu al fianco quasi di continuo2, nei lunghi mesi del martirio fiumano. Solevo mettergli affettuosamente la mano su la spalla, non tanto per confortar lui quanto per confortar me. Ora la sua imagine m’è sempre davanti. Eccola, mentre scrivo”. “Son certo – proseguiva il poeta – che nella notte anniversaria lo rivedrò spirante e lo riprenderò fra le mie braccia. Sia sempre con voi com’egli è con me”. E concludeva: “La prima neve caduta su i vostri monti non è pura com’egli è puro”.

Un’altra lapide in sua memoria venne posta nella cappella cimiteriale del paese. Essa reca un’epigrafe che così recita: “In gloria di Italo Conci fiero combattente d’Italia ardente legionario di Ronchi anima luminosa di fede e di dedizione purissima questo ricordo i Vezzanesi posero”.

Nel borgo natale la cerimonia commemorativa, nel triste anniversario fiumano, si svolse dunque il 26 dicembre 1921. Riferisce sobriamente “Il nuovo Trentino” del 28 dicembre 1921 sotto il titolo “La commemorazione di Italo Conci a Vezzano”: “Ieri l’altro, festa di S. Stefano, vi fu a Vezzano l’annunziata adunata dei legionari fiumani in onore di Italo Conci morto proprio un anno fa nelle tragiche giornate di Fiume. Sulla Casa dove il Conci era nato è stata murata una lapide recante quest’epigrafe del d’Annunzio (segue testo). Alla cerimonia, oltre che le autorità locali, parteciparono varie rappresentanze e autorità di Trento e dei dintorni. La cerimonia, semplice e austera, riuscì assai commovente specie nella rievocazione del morto da parte dei commilitoni superstiti”.

La casa natale di Vezzano diviene poi méta di ricorrenti pellegrinaggi. Il 12 settembre 1929, ad esempio, il legionario fiumano (e sansepolcrista) Alessandro Pozzi3 è con Guido Keller e col camerata Ruggero Lenzi4, aiutante maggiore della legione “Cesare Battisti” di Trento, alla celebrazione del decennale di Ronchi5 tenuta dai legionari trentini presso la casa natale di Conci, “il glorioso morto di Fiume, volontario irredento in Italia”6.

Ruggero Morghen

NOTE:

1Il periodico “Alba Trentina” lo pone tra “gli Eroi di quell’episodio umile e grande, che ebbe per ara di sacrificio e di gloria l’italianissima Fiume”; Nella luce degli eroi. Italo Conci, eroe prescelto di T. Franzi, Madrina per Fiume e Zara, in “”Alba Trentina”, A. 9, fasc. 56 (mar./apr. 1926), p. 60.

2Tanto che – racconta la sorella di Italo – il Comandante “soleva chiamarlo la mia ombra”; A. Anesi-Conci, Italo Conci, in “Trentino. Rivista della Legione trentina”, anno VII, n. 6, giugno 1931, p. 182.

3Ferdinando Gerra lo cita quale autore di una biografia su Keller, “al quale – scrive – fu legato da una strana amicizia rotta da frequenti e clamorosi litigi”; F. Gerra, L’impresa di Fiume nelle parole e nell’azione di Gabriele d’Annunzio, Longanesi, Milano 1966, p. 568.

4Ruggero Lenzi figura anche nell’elenco dei volontari trentini nella Grande Guerra; Censimento degli archivi dei volontari irredenti nella Prima Guerra Mondiale 1915-1918, a cura di A. Quercioli, Museo storico italiano della guerra, Rovereto 2010.

5“Dal cimitero carsico di Ronchi – dirà d’Annunzio il 12 agosto 1920 – non partì un pugno d’uomini devoti alla morte, un’altra massa di carne da macello, un’altra messe umana offerta alla falce aerea della mitragliatrice. Partì lo Spirito. Per ciò fu irresistibile. Per ciò vinse. Senza colpo ferire. La vittoria del 12 settembre è una vittoria divina. Sine strage vincit”.

6S. Pozzi, Guido Keller nel pensiero, nelle gesta, Mediolanum, Milano 1933, p. 130.

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