

(DAM) Chieti – Vi racconterò il mio viaggio tra Pescara e Fiume sulle orme del Vate d’Italia Gabriele d’Annunzio. Intanto, mi presento, sono Nanni Aurelia Daisy, sono di Chieti, ma studio all’Università “G. d’Annunzio” nella sede di Pescara. Nel 2023 ho vinto il bando per l’Erasmus e la meta è stata Fiume.
Subito mi sono in qualche modo immedesimata nel celebre Vate d’Italia Gabriele d’Annunzio che come me ha intrapreso un viaggio tra Pescara e Fiume.
Sicuramente il mio Erasmus non sarà mai paragonabile alle grandi opere del Comandante d’Annunzio ma sentivo come se stessi ricompiendo i suoi passi.
Appena arrivata da Pescara a Fiume (oggi chiamata Rijeka dai Croati), ho subito cercato qualche testimonianza storica dell’impresa dannunziana.
Mi sono imbattuta nel Museo di Storia e Marineria (Pomorski i povijesni muzej Hrvatskog pprimorja) in particolare situato in prossimità dell’ appartamento che avevo affittato. Questo museo, situato nel Palazzo del Governatore, ospita una sezione dedicata a Gabriele d’Annunzio, il celebre Vate, poeta – soldato, scrittore, avventuriero italiano, Principe di Montenevoso che visse fra queste mura da quando occupò la città di Fiume il 12 settembre 1919, muovendo da Ronchi con un manipolo di legionari (poi rinominata Ronchi dei Legionari, in ricordo della partenza dell’impresa fiumana di d’Annunzio e company), instaurando la Reggenza Italiana del Carnaro, fino al 27 dicembre 1920, quando i legionari dannunziani vennero sfrattati con la forza nel cosiddetto “Natale di Sangue” da reparti regolari del Regio Esercito Italiano.
La mostra su d’Annunzio offre uno sguardo approfondito proprio sul periodo della Reggenza Italiana del Carnaro, quando D’Annunzio proclamò la città come stato indipendente. Qui si può esplorare una varietà di oggetti d’epoca, documenti, fotografie e testimonianze che illustrano questo controverso capitolo della storia di Fiume ( Rijeka). Attraverso questi reperti, il museo racconta le ambizioni politiche e culturali di d’Annunzio, il suo impatto sulla città e le conseguenze a lungo termine della sua occupazione.
Inoltre, il museo offre anche un contesto storico più ampio, spiegando le tensioni politiche dell’epoca e le ripercussioni sulle vite dei cittadini di Fiume. L’obiettivo è fornire una comprensione equilibrata e dettagliata di questo periodo, riconoscendo il ruolo dannunziano nella storia locale e internazionale.
Questa sezione del museo rappresenta una tappa fondamentale per chiunque sia interessato a conoscere meglio la complessa storia di Fiume e il suo legame con una delle figure più interessanti del Novecento italiano.
In generale, a Fiume si vede ancora la testimonianza della presenza degli Italiani, come a teatro dove durante il mio periodo di soggiorno hanno mandato in scena più volte una famosissima opera italiana.
Ma ripercorriamo brevemente la storia: Gabriele d’Annunzio fu una delle figure più complesse e affascinanti della letteratura e della storia italiana, nato a Pescara (all’epoca comune marinaro della Provincia di Chieti) il 12 marzo 1863. La sua vita fu caratterizzata da una continua ricerca di potere e bellezza, che lo portarono a essere non solo un poeta e uno scrittore di grande successo, ma anche un protagonista delle vicende politiche e militari del suo tempo.
Gabriele d’Annunzio iniziò la sua carriera letteraria molto giovane, pubblicando la sua prima raccolta di poesie, “Primo vere”, a soli sedici anni. La sua scrittura, caratterizzata da un’estetica raffinata e spesso decadente, rifletteva una ricerca incessante del piacere e della bellezza. Le sue opere maggiori, tra cui “Il Piacere” (1889), “L’Innocente” (1892) e “Il Trionfo della Morte” (1894), gli garantirono un posto di rilievo nel panorama letterario italiano ed europeo.
Come abbiamo detto, il d’Annunzio non fu solo un letterato, ma anche un uomo profondamente impegnato nella politica e nelle vicende belliche della sua epoca. Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, d’Annunzio divenne un fervente sostenitore dell’interventismo e partecipò attivamente al conflitto.
Dopo la fine della guerra, il poeta- soldato si trovò coinvolto in una delle sue avventure più audaci : l’Impresa di Fiume. Nel 1919, insoddisfatto dei risultati del Trattato di Versailles e dell’inerzia del governo italiano, decise di prendere in mano la situazione. Il 12 settembre, alla testa di una legione di soldati volontari, entrò nella città di Fiume (oggi Rijeka, in Croazia) e proclamò l’annessione della città all’Italia.
Durante il suo governo a Fiume, che durò fino al Natale del 1920, d’Annunzio instaurò una sorta di regime utopico e sperimentale, noto come la “Reggenza Italiana del Carnaro”. In questo periodo venne promulgata una costituzione molto avanzata per l’epoca, che prevedeva, tra l’altro, il diritto al voto per le donne e una serie di libertà civili e sociali. Tuttavia, il governo di Fiume fu segnato anche da atteggiamenti autoritari e da una continua tensione con il governo italiano, che culminò con l’intervento militare per porre fine all’occupazione.
La storia di Gabriele d’Annunzio è un esempio straordinario di come la letteratura, la politica e la vita personale possano intrecciarsi in modi complessi e a volte contraddittori. Da Pescara a Fiume, d’Annunzio seppe incarnare le tensioni e le aspirazioni del suo tempo, lasciando un segno indelebile nella storia italiana.
Secondo il mio pensiero l’impresa a Fiume rappresenta un esempio audace di idealismo e spirito rivoluzionario nel contesto post-bellico europeo. L’azione dannunziana dimostrò un coraggio e una determinazione fuori dal comune, incarnando l’aspirazione a un rinnovamento politico e sociale. La costituzione del Carnaro, promulgata durante il suo governo a Fiume, fu un documento straordinariamente avanzato, che prevedeva diritti e libertà che sarebbero diventati fondamentali solo decenni dopo. Da Pescara a Fiume, d’Annunzio seppe ispirare molti con la sua visione di un’Italia capace di esprimere il proprio potenziale in modo nuovo, forte e creativo.
Pertanto, ripercorrendo il tragitto del Vate da Pescara a Fiume ho voluto omaggiare idealmente la Patria immortale degli Italiani di cui d’Annunzio é il sommo poeta ed ideologo.
Daisy Nanni