Il Culto della Dea Bona vive cristianizzato a Castel di Ieri

(DAM) Castel di Ieri (AQ) – Culti e riti antichissimi vivono ancora oggi a Castel di Ieri, attualizzati e modificati dalla religione cristiana ma tuttora profondamente legati al nostro passato ancestrale.

Il Presidente di Abruzzo Tourism, Cristiano Vignali, è stato a Castel di Ieri per ripercorrere i passi di uno dei culti più antichi della nostra regione, quello della Dea Bona. La divinità, appartenente al pantheon della antica religione italica, ha da sempre un rapporto profondo con il territorio abruzzese. Un legame, questo, che è sopravvissuto al mutare delle ere, rinnovandosi e adattandosi ai cambiamenti imposti dalla Storia.

Il culto della Dea Bona risale a tempi antichissimi. La divinità era una delle Grandi Madri Italiche, protettrici della fertilità e della fecondità fin dal Paleolitico. In epoca romana, la religione latina ha mutuato dalle popolazioni precedenti il culto della Dea Bona e delle altre madri italiche.

Invitato dall’amministrazione comunale, nella persona dell’Assessore per la Promozione Turistica Michela Fabrizi, Cristiano Vignali ha rintracciato tracce del culto della Dea Bona in un eremo situato a Castel di Ieri: qui, i riti legati all’antica divinità matriarcale sopravvivono ancora oggi.

In primis, possiamo rintracciare ascendenze ai culti della Dea Bona nella processione in auspicio della fertilità che si svolge il martedì di Pasqua: la statua della Madonna viene portata in processione dalla Chiesa madre all’eremo in questione. Sincreticamente, la figura della Madonna ha preso il posto di quello della Dea Bona nel corso della cristianizzazione avvenuta durante il Medioevo. In questa fase, in particolare nelle aree più antiche, l’antichissimo culto della Gran Madre è stato trasformato in quello della Madonna.

Nella chiesetta presente nell’eremo troviamo anche un affresco particolarmente interessante perché considerato di passaggio tra la Prisca Religio italico-romana e il Cristianesimo. Nell’affresco troviamo infatti elementi cristiani come angeli e santi alternati con elementi pagani come la stessa figura della Gran Madre, rappresentata gravida a simboleggiare proprio la fertilità.

La Dea Bona era anche guaritrice e curatrice di malattie: per questa ragione veniva spesso rappresentata con una cornucopia da un lato e un serpente, ancora oggi simbolo della medicina, dall’altro. Non è un caso, poi, che a Castel di Ieri sia presente un antico altare consacrato proprio alla Dea Bona, ancora oggi perfettamente integro. In questo senso è eloquente il toponimo del luogo, intitolato a Santa Maria di Pietra Bona. Qui è presente un ossario contenente le ossa degli eremiti, presenti nel luogo fino alla prima metà del Novecento, e dei malati che venivano a chiedere una grazia.

Proprio a Santa Maria di Pietra Bona troviamo tracce di tutti e tre i riti presenti nel libro “Tracce di riti e culti ancestrali nell’Abruzzo contemporaneo”: la strofinazione, effettuata sugli altari o direttamente sulle statue per ottenere un miracolo, l’abluzione, il bagnarsi cioè nelle acque considerate taumaturgiche, che a Castel di Ieri vengono ancora oggi attinte dal pozzo presente nell’area sacra di Pietra Bona, e l’incubatio: proprio di fianco l’altare è presente una stanzetta dove con tutta probabilità in tempi antichi si dormiva in attesa di un sogno premonitore o un messaggio da parte della divinità o, semplicemente, si restava assorti in preghiera in attesa di un segno dagli dei.

Sicuramente Castel di Ieri è per noi uno degli esempi più eloquenti della presenza di antichissimi culti italici, sopravvissuti ben oltre la caduta dell’Impero Romano e la successiva cristianizzazione forzata e conservatisi fino a noi, trasformati e attualizzati.

La spiegazione di Cristiano Vignali, Presidente di Abruzzo Tourism.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine