I botti che liberano dal male e gli altri riti propiziatori del nuovo anno in Abruzzo

(DAM) Abruzzo – Il Capodanno è la festa che segna il passaggio fra il vecchio e il nuovo anno, che gli antichi consideravano l’inizio di un nuovo ciclo vitale, dunque una nuova rinascita del sole dopo il declino. Proprio per questo motivo, la festività del Capodanno è quasi in concomitanza col solstizio d’inverno e l’allungamento delle giornate (cioè con le festività del Sol Invictus), ed è una festività in onore del Dio Giano, il dio bifronte che proprio per questo motivo viene rappresentato con una doppia faccia, una “vecchia” e una “giovane”.

Questa festa anche in Abruzzo, come nel resto d’Italia, è caratterizzata da riti propiziatori tradizionali, in cui il fuoco e l’acqua hanno una importanza fondamentale. Ad esempio, fino alla prima parte del Novecento, quando soprattutto nelle campagne, non era presente l’acqua corrente nelle case, era molto viva l’usanza di rinnovare l’acqua, di portare la cosiddetta “acqua gnove” (acqua nuova) per lavarsi insieme a parenti e commare. La religione ha collegato questo rito dell’acqua alla purificazione dell’anima dai peccati col tradizionale canto del “Te Deum” (Dio ti lodiamo)  il 31 dicembre.

Per quanto riguarda i riti e le credenze di Capodanno inerenti il fuoco, si ritiene che la ragazza non ancora fidanzata che guarda allo scoccare della mezzanotte uno specchio al buio, illuminato solo da una candela o da un candelabro, vedrà il volto del suo futuro fidanzato. In alcune zone invece allo specchio si vedrebbero i defunti e il proprio futuro.

Anche in Abruzzo, come in tutta l’area appenninica del Centro – Sud Italia è ancora viva la credenza che festeggiare la notte di San Silvestro con banchetti, sparare i botti o rompere le cose vecchie o che non piacciono in casa (come piatti, stoviglie e bicchieri) sia un modo per allontanare le forze del male e la sfortuna, perché si crede che ciò che si fa il primo gennaio, si farà tutto l’anno. Il cotechino con le lenticchie non può mancare nemmeno nelle case degli Abruzzesi, solo che in alcune zone di campagna si mangia la salsiccia di cotechino del nuovo maiale ucciso poco tempo prima, anziché il classico zampone.

Altra credenza, è quella di far caso alla prima persona che si incontra il primo dell’anno, perché questa presenza sarà presagio di fortuna o di sfortuna, ad esempio un gobbo sta ad indicare fortuna, un anziano una vita longeva, un prete invece, cattivo presagio.