Guerra e Covid: Come Difendersi Dalla Paura

Guerra E Covid: Come Difendersi Dalla Paura

Proprio mentre riuscivamo a riassaporare timidi sentimenti di speranza e fiducia nel futuro, in un presente ormai pesantemente segnato da due anni di pandemia, come un fulmine a ciel sereno ecco che sopraggiunge dirompente la paura per un conflitto che potrebbe assumere dimensioni globali.
Come spiegato da Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università D’Annunzio, si rischia di andare incontro a un burnout, “una condizione di sovraccarico emotivo che potrebbe potenzialmente bruciare quelle energie psichiche che potevano finalmente derivare dall’abolizione delle mascherine all’aperto e quella prossima dello stato d’emergenza, con un ritorno alla normalità che appare già pregiudicato dall’incertezza sull’evoluzione del conflitto e dalla crisi delle risorse.”
Come evitare, soprattutto nei soggetti più fragili e sensibili, il pericolo di essere sovrastati da sentimenti di ansia, paura, angoscia e impotenza? Uno strumento utile, di certo non risolutivo, ma di cui noi tutti in quanto esseri umani disponiamo, è quello della parola. Parlare con altri, che siano membri della famiglia, un caro amico o uno psicoterapeuta, può aiutare a sviluppare conoscenza e consapevolezza e condurre, attraverso la condivisione dei propri timori, al raggiungimento di un rispecchiamento emotivo in grado, se non altro, di alleggerire il peso di una situazione che non abbiamo il potere di modificare e che potrebbe divenire troppo arduo sostenere in uno stato di solitudine e di ritiro sociale.
Pratiche psicologiche moderne, come la Mindfulness o l’Act, potrebbero inoltre darci sostegno nel tentativo di restare il più possibile connessi sui dati di realtà e sul “qui e ora”, evitando di lasciarci travolgere da apocalittiche, e molto spesso distorte da social media e televisione, visioni del futuro. Occorre affrontare la situazione considerandola e accettandola così com’è, senza cercare di allontanare o cambiare le sensazioni angoscianti e spiacevoli che è del tutto naturale che la accompagnino.
Possiamo invece concentrarci su progetti e azioni concrete, come ad esempio informarci sulle diverse modalità di raccolta di generi alimentari e di medicinali da destinare alle popolazioni colpite dalla guerra e costrette ad abbandonare le loro abitazioni, ponendoci così in una situazione proattiva e positiva che potrebbe risultare utile nel tentativo di neutralizzare, o quantomeno placare, quel senso di frustrazione e impotenza che invece scaturirebbe dalla stagnazione in una condizione di passività, dominata dalla paura.
Infine, se rimanere informati è lecito, altrettanto importante dovrebbe essere evitare di sovraccaricarci di dati e notizie che, se provenienti da fonti poco attendibili, potrebbero ostacolare il normale svolgimento delle nostre attività quotidiane e, soprattutto, rischierebbero di trasformare noi stessi in diffusori di cattivi messaggi, alimentando l’effetto moltiplicativo di una paura che invece dovremmo imparare ad assecondare e gestire, schivando il rischio di rimanerne schiacciati.

Dr. Luca Di Venanzio
“Centro La Fenice” Pescara

Tratto da

www.lucadivenanzio.it