Giulia Madonna, autrice pescarese:«Scrivere è una pura esigenza dell’anima»

(DAM)-Pescara. Intervista alla scrittrice Giulia Madonna, molto nota per la sua opera “Amata Tela”, romanzo vincitore del Premio Speciale della Giuria FRANZ KAFKA ITALIA 2015. 

La scrittrice Giulia Madonna
La scrittrice Giulia Madonna

1) Com’è nata la sua passione per la scrittura?

«Ho sempre amato scrivere e usare la parola scritta per comunicare. Ricordo di aver iniziato durante l’adolescenza scrivendo il mio diario, come modo per autoanalizzarmi. Così sono riuscita a esorcizzare paure, gioie, emozioni. Allora preferivo scrivere lettere ad amici e amori per esprimere le mie sensazioni. Ma a quei tempi era tutto molto inconsapevole. La vera rivelazione in questo campo è avvenuta nel 2005. In quel periodo ho iniziato a scrivere racconti che, via via, sono diventati romanzo. Il mio primo romanzo, LA STANZA VUOTA, pubblicato nel 2011. Da quel preciso istante non ho più smesso di scrivere e così sono nati tutti i miei romanzi, uno dietro l’altro, come persa in un raptus creativo».

Il suo romanzo Amata Tela ha avuto grande successo, di che cosa narra?

«Se vogliamo liquidare in poche battute il mio romanzo AMATA TELA, possiamo dire che è una storia d’amore che si svolge tra Venezia e Trieste. Ci tengo a sottolineare, però, che non è così. Lo definirei piuttosto la commedia degli equivoci in cui tutto ciò che appare non è realtà. Certo, l’AMORE è presente in tutte le sue sfaccettature. Non a caso, si narra dell’amore tra un uomo e una donna, ma anche di quello tra madre e figlio, dell’amore tra due amici, che diventa più forte di qualsiasi altro legame. Sono presenti molte altre tematiche come la bellezza che ostacola la felicità, o il tema della libertà. Oppure, come il tema dell’arte che chiede il tributo alla vita e così via».

Che messaggio vuole trasmettere ai lettori tramite le sue opere?

«In realtà, quando scrivo non ho mai un fine o un messaggio preciso. Scrivo perché è una vera e pura esigenza dell’anima. Ci sono storie della vita reale che mi colpiscono così tanto che sento l’esigenza di narrarle per trasmetterle al pubblico. Poi, però, quando mi metto a scrivere capita sempre che sprofondo in un’altra dimensione, parallela alla realtà. Qui tutte le emozioni, le sensazioni sono alla massima potenza, le storie e i personaggi che incontro sono veri e pienamente se stessi. Così, personaggi e storie da cui ero partita, durante la scrittura, cambiano trasformandosi totalmente».

Quali sono i suoi progetti futuri?

«Ho terminato la stesura del mio terzo romanzo, che ora è sottoposto alla fase di editing. Dopodiché, ci sarà la ricerca di una casa editrice, mi auguro di un certo rilievo. Questo perché credo che per tutti sia importante la crescita. Il terzo romanzo ha una struttura molto particolare: è una sorta di romanzo nel romanzo.
Vi è una parte narrata in terza persona e una parte scritta in prima persona. Quest’ultima rappresenta il diario segreto della protagonista. La protagonista è una donna di successo, critica e storica d’arte, insegnante carismatica e autrice di successi editoriali. Una sorta di Sgarbi al femminile. Sposata felicemente, alla soglia della mezza età, nel pieno del suo successo lavorativo cade in una crisi esistenziale profonda. Riesce ad uscirne grazie alla scrittura di un diario segreto».

Anna Di Donato
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