“Forme dell’ansia e predittori di personalità negli artisti” a cura di Simona Napoletano

La Psicologa e Psicoterapeuta Simona Napoletano

(DAM) Ortona – L’ansia è una condizione particolarmente rilevante nelle persone che svolgono professioni artistiche, per via della costante pressione che vivono ad esibirsi in pubblico, come dimostrano gli studi in ambito sportivo (Hall & Kerr, 1998), della danza (Tamborrino, 2001), della recitazione (Wilson, 2002), del canto e della musica (Deen, 1999). Clark (1991) in particolare, ha osservato che l’ansia è il costrutto psicologico più frequente tra i musicisti.

Utilizzando il modello generale dell’ansia di Barlows (2002), che parla di predisposizione genetica e vulnerabilità psicologica (specifica e generalizzata) al suo sviluppo, in tale popolazione questa tenderebbe a manifestarsi a livello emotivo con uno stato di tensione, apprensione, paura o panico; cognitivo, con la paura di diventare ansioso, la perdita di concentrazione, disattenzione e distraibilità, fallimenti di memoria, errori nella lettura dello spartito musicale; fisico, con aumento del battito cardiaco e della sudorazione, salivazione azzerata, difficoltà a respirare e disturbi gastrointestinali; comportamentale, con tremolio delle mani o delle ginocchia, rigidità del collo, delle spalle e delle braccia, difficoltà a mantenere la postura e a compiere movimenti naturali, errori nella tecnica, interruzioni durante l’esibizione, evitamento delle occasioni di nuove esibizioni (Kenny, 2006). I sintomi ansiosi inoltre, si possono osservare non solo in stretta connessione con l’evento ma anche giorni e settimane prima e/o dopo l’esibizione, causando irritazione, ritiro sociale e tendenza ad ammalarsi, interferendo con la vita interpersonale (Wolfe,1989).

Le ricerche parlano a riguardo di “ansia da palcoscenico”, “ansia da prestazione” e “ansia sociale” in maniera univoca e interscambiabile, rendendo il fenomeno piuttosto ambiguo e complesso.

Uno studio effettuato nel 2013 da Simona Napoletano, Anna Colazilli e Daniela Martino si è proposto di chiarire l’equivoca sovrapposizione di termini, restringendo l’analisi ai soli musicisti.

Tale ricerca condotta su un campione di 192 soggetti ha indagato la natura dell’ansia nei musicisti, facendo riferimento all’ansia da palcoscenico come fenomeno a se stante rispetto all’ansia da prestazione e all’ansia sociale ha previsto la somministrazione ed il confronto di: tre STAI-Y (Spielberger, 1983; Adattamento italiano a cura di Pedrabissi e Santinello, 1989) che propongono tre diverse situazioni immaginative rappresentative dell’ansia da palcoscenico (suonare di fronte ad un pubblico), dell’ ansia sociale (andare ad una festa di compleanno dove non si conosce nessuno), dell’ansia da prestazione (svolgere un importante esame universitario il cui esito inciderà sulla valutazione finale); dell’MPS (Frost, Marten, Lahart e Rosenblate, 1990; Adattamento italiano a cura di Ruggiero, 2007), del BSPS (Davidson et al. 1991; Adattamento italiano a cura di Conti, 2000), dell’ACS (K. Elaine Williams and Dianne L. Chambless).

Inizialmente è stata confermata l’ipotesi di partenza rispetto all’intero campione, evidenziando come vi siano differenze significative tra le varie condizioni immaginate: l’ansia da palcoscenico è da considerarsi come un fenomeno indipendente dall’ansia sociale e dall’ansia da prestazione. Proseguendo con ulteriori indagini di approfondimento non si è avuto un ulteriore riscontro con l’ipotesi di partenza. Suddividendo il campione in musicisti laureati all’università dal resto del campione, è stato rilevato un dato inatteso: nei musicisti laureati all’università la condizione immaginativa non ha un impatto significativo. I due episodi relativi all’ansia da palcoscenico e all’ansia da prestazione non elicitano ansie diverse, quindi in questo caso l’ansia da palcoscenico non è da considerarsi un fenomeno indipendente dall’ ansia da prestazione. L’episodio relativo all’ansia sociale sembra invece differenziarsi significativamente dalle altre due forme di ansia indagate come un fenomeno del tutto indipendente.

La seconda parte della ricerca ha permesso di individuare i tratti di personalità maggiormente predittivi dell’ ansia da palcoscenico che influenzano direttamente la variabile STAI-Y: il timore del giudizio e la paura dell’attivazione fisiologica dell’ansia.

I risultati quindi non confermano l’ipotesi di partenza: l’ansia da palcoscenico nei musicisti non sembra essere un fenomeno univoco e indipendente, ma di natura prestazionale e non sociale. I tratti di personalità che la predicono maggiormente sono il timore dell’ansia e del giudizio e non il timore dell’errore, contrariamente a quanto riportato in letteratura.

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Dott.ssa Simona Napoletano – Psicologa e Psicoterapeuta