Filetto, il mistero delle radici italico – romane del culto della Madonna della Libera

(DAM) Filetto – Le sepolture italiche ritrovate a Filetto (Ch),  testimoniano che la zona era abitata fin dai tempi dell’Età del Ferro. L’area, posta fra i verdi boschi della Maiella montagna madre e la Costa dei Trabocchi sui verdi  pascoli dell’ Adriatico – in un’area collinare nota per la coltivazione dell’olio, del vino e del peperoncino piccante per cui è famoso Filetto – è stata fin dall’antichità un punto di incontro fra le genti osco – sabelliche marrucine e frentane  e i popoli provenienti dal mare, dai Balcani, dalla Grecia o dal Mediterraneo orientale. Qui, dal 1860, sorge all’ingresso del paese il Santuario Maria Santissima della Libera, uno dei più importanti della Diocesi di Chieti – Vasto, costruito su una preesistente chiesetta del XV secolo, in onore della Madonna della Libera che, secondo la tradizione popolare cattolica, nel1799 avrebbe sbarrato la strada ai soldati giacobini francesi che volevano occupare Filetto. L’avvenimento si ricorda il 21 novembre che, attualmente, a Filetto è la festa della Madonna della Libera. Ma, da dove deriva il culto della Madonna della Libera?È sicuramente un culto che ha delle origini pre cristiane, legato all’antica pratica magico – religiosa della incubatio e  agli antichi culti italico – romani della Dėa Libera – Proserpina, una divinità agreste legata alla fecondità della terra.Questi culti sono stati mutuati dal Cattolicesimo direttamente dalla religione tradizionale italica che, nelle campagne, fino sicuramente all’VIII secolo, era ancora forte. A testimonianza di ciò c’è la pratica della incubatio che veniva praticata in questo luogo di culto anche in epoca cristiana. Ma, in cosa consiste l’incubatio? L’incubatio o incubazione è una pratica che consiste nel dormire una notte in un’area sacra al fine di avere dei sogni premonitori oppure per ricevere delle cure o benedizioni, come quelle che chiedevano, ad esempio le donne che avevano problemi di fertilità, anche alle divinità  Libera prima e alla Madonna della Libera successivamente. Sul riscontro archeologico del legame del culto di Libera con quello della Madonna della Libera, considerato che a Filetto bisognerebbe approfondire gli scavi archeologici di origine italico – romana, si può ricorrere a un altro caso analogo nell’area di influenza di genti di stirpe sannitica, con il caso della Contrada della Madonna della Libera a Cerreto Sannita dove la chiesa della Madonna sorge su un tempio dedicato alla Dėa Romana Cerere, dea della fertilità della terra a cui era legato il culto di sua figlia Proserpina e, dunque, sincretisticamente quello della Dėa italica Libera. Purtroppo, su questo collegamento non possiamo avere delle certezze assolute, sia perché la maggior parte dei testi sacri della religione tradizionale romano – italica non sono giunti fino a noi a causa della censura medievale cristiana, sia perché gran parte dei templi sono andati distrutti e la memoria è stata spesso cancellata, sia perché i culti italici, ben prima dell’avvento del Cristianesimo e delle religioni rivelate e salvifiche, sono stati assorbiti e assimilati al culto romano e successivamente greco di cui ben presto la religione ufficiale della Res Publica Romana venne permeata. Infine, si segnala, in due Comuni abruzzesi, dove è radicato il culto della Madonna della Libera, ossia Filetto e Pratola Peligna, la presenza dei Templari che vennero condannati come eretici dalla Chiesa Cattolica. Vi lascio dunque con un interrogativo: cosa nascondevano i cavalieri templari? Cosa ci hanno nascosto sui loro riti religiosi? Perché molti storici negano la presenza dei Templari in Abruzzo? Quali sono le vere origini del culto della Madonna della Libera?

Tratto da Agenzia Stampa Italia: https://agenziastampaitalia.it/cultura/cultura-2/56509-filetto-il-mistero-delle-radici-italico-romane-del-culto-della-madonna-della-libera-09-03