Eremo di Sant’Onofrio, i riti che rivivono nelle pieghe del tempo

(DAM) Contrada Morrone (AQ) – Nei pressi di Sulmona troviamo l’affascinante Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, antichissimo luogo di culto che mantiene inalterata la sua funzione attraverso il succedersi delle epoche.

Che molti luoghi di culto di oggi affondino le proprie radici direttamente nella Storia antica d’Abruzzo è risaputo: in molti casi la religione cristiana ha mutuato riti, usanze e luoghi di preghiera direttamente dalla preesistente religione italica, mantenendone inalterati alcuni aspetti.
Questo “riutilizzo” delle liturgie ci permette di ricostruire con maggiore esattezza le antiche ritualità italiche e di constatare come la sacralità di alcuni luoghi naturali rimanga inalterata col passare dei secoli.

È il caso della zona dove sorge oggi l’Eremo di Sant’Onofrio sul Morrone, edificato in un antro naturale che, ai tempi della antica religione italica, era ammantato di un’aura di sacralità e per questo utilizzato per i riti di incubatio.
Tracce del rito italico sono ancora riscontrabili nei culti che i fedeli mettono in atto il 19 maggio, anniversario della morte di Celestino V, e il 12 giugno, festa del Santo.
In queste occasioni, i fedeli percorrono la grotta praticando il cosiddetto “rito dello strofinamento”: strisciando lungo le pareti dell’antro, si sperimenta l’azione benefica delle rocce: il legame diretto è proprio all’antico rito dell’incubatio, in cui ci si coricava all’interno di una grotta per ricevere cure o benedizioni dalla divinità.

“Oh Monte Morrone, sacro per i pagani col tempio di Ercole Curino, sacro per i Cristiani con l’Eremo di Celestino, dove con le mani puoi toccare il divino… Hai passato un momento fosco, allorché un tipo losco, ha messo fuoco al bosco…Nonostante la ferita per l’umana civiltà,in ogni istante mostri la tua superiorità,vegliando con la tua maestosità, la conca e la pelina città” cit. Cristiano Vignali

Cristiano Vignali e Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine