(DAM) Gardone Riviera (Bs) – Emma Heufler, soprannominata successivamente Emy o Emmy, era una cameriera altoatesina di Bolzano, che arrivò al Vittoriale degli Italiani da d’Annunzio nel 1935, raccomandata dalla moglie di Gabriele d’Annunzio. Essendo questa donna piuttosto bella e giovane, entrò subito nelle grazie del poeta e riuscì a prendersi il suo spazio fra le altre due predilette, ossia la governante Amélie Mazoyer e la pianista Luisa Baccara, che erano entrambe molto gelose.
La sua presenza pone però qualche domanda…. Il d’Annunzio era dichiaratamente ostile verso il mondo tedesco e quindi nei confronti di una eventuale alleanza Italia -.Germania…. Emy era nata in Alto Adige quando la regione era ancora austroungarica e alcuni storici pongono dubbi sul fatto che sia stata introdotta al Vittoriale come spia allo scopo di sorvegliare il Vate. Dunque, mano a mano che si faceva più stretta l’alleanza italo – tedesca, d’Annunzio manifestava un dissenso sempre più aperto.
Dopo la morte di Guglielmo Marconi, il Comandante venne nominato presidente dell’istituzione culturale più importante, l’Accademia d’Italia. E nel 1938, d’Annunzio aveva già accettato di tenere un discorso introduttivo davanti alle cariche più alte dello Stato, compreso Benito Mussolini. Nel regime regnava il timore che il Vate ne facesse uno dai toni inaccettabili per la propaganda del consenso, dopo che il 30 settembre del 1937, d’Annunzio, alla stazione di Verona, aveva incontrato Mussolini di ritorno dalla visita in Germania dal Führer e disse al Duce che l’amicizia con Hitler era sbagliata e biasimevole.
Dal diario di Amélie Mazoyer risulterebbe che il poeta venisse sfinito da Emy con delle sostanze ( la cocaina, dalla quale Gabriele provava a disintossicarsi?) e con attività sessuale. Era un uomo di oltre settant’anni in non perfette condizioni di salute . Il sospetto è che il Vate sia stato “sfinito” da Emy, ed è reso più grave dal fatto che in seguito la donna si trasferì poi a Berlino e prese la cittadinanza tedesca e una voce vuole che andò al servizio di Ribbentrop.
Un’altra teoria oltre a questa, è che il Comandante si sia avvelenato visto che vicino alla scrivania nella sala della Zambracca aveva un calendario dove era indicato che proprio il 1 marzo sarebbe morto un grande italiano.
Tuttavia, queste sono attualmente solo ipotesi, poiché sulla morte di Gabriele d’Annunzio non abbiamo altri riscontri oggettivi se non il referto medico che parla di emorragia celebrale. C’è chi a tal proposito pensa che sarebbe opportuno fare un esame sui resti del Vate.
Veronica Tieri