(DAM) Venezia – Possiamo definire Eleonora Duse una rivoluzionaria del teatro non solo in Italia, ma a livello internazionale. Aveva nel sangue la recitazione e nelle opere si immedesimava e studiava molto il personaggio, senza risparmiarsi mai,a ogni rappresentazione teatrale cambiava stile e voleva sempre essere originale.
Eleonora quando recitava accentuava la gestualità e non rispettava mai gli schemi, perché desiderava che il teatro fosse spontaneo e non statico.
La Duse è stata la più grande attrice teatrale italiana nel mondo, quando la lingua del teatro era pressoché sempre l’italiano .
L’importanza della lingua Italiana nel teatro per la Duse è stata fondamentale per il suo successo nella recitazione; a ogni esibizione cercava di colpire il pubblico, addirittura, in una scena teatrale si strappò tutti i vestiti e si mostrò con il seno nudo davanti il pubblico e con freddezza continuò a recitare, mentre gli spettatori pur essendo scandalizzati, continuarono a guardare la sua esibizione. Nelle sue opere la Duse voleva mettere in crisi la società borghese tutta basata sul denaro e sull’ipocrisia; dove i sentimenti non sono puri ma artefatti, questo criticava aspramente la grande attrice Duse. La Divina Musa dannunziana condannava la società contemporanea borghese e perbenista impostata sul denaro, sul sesso come divertimento, sulla famiglia, sul matrimonio e sul ruolo domestico della donna. A tal proposito, faceva un’ironia pungente e sottile. Eleonora era figlia di attori, la prima volta che aveva recitato a quattro anni, in pratica lei aveva nel sangue il teatro.
Fu portatrice di un profondo patriottismo e usando solamente la lingua italiana, la Divina Duse recitava in base all’istinto e in modo naturale, camminava lungo il palcoscenico, si aggrappava alle tende del sipario e piangeva in modo intenso.
La Duse nella recitazione esprimeva uno stile personale e anticonformista, aveva atteggiamenti provocatori, sfrontati, come le mani sui fianchi, i gesti ripetitivi fino all’ossessione. Una sua caratteristica particolare era di muovere le braccia, rendendo il corpo protagonista(era molto provocatoria e sfrontata).
Col suo stile spregiudicato, la Duse contribuì a fondare il teatro moderno che si manifestò in modo palese durante la recitazione “La principessa di Baghdad” dove la divina espose in modo naturale la parte superiore del suo corpo.
Col Vate Gabriele d’Annunzio ebbe un rapporto contrastato e tormentato fra alti e bassi(questa relazione durò dieci anni); grazie a lei, attrice acclamata in Italia, in Europa e in America, d’Annunzio raggiunse la fama e il successo (per lei compose diverse opere: “Il Sogno di un mattino di primavera”, la “Gioconda”, “Francesca da Rimini”, “La città morta”). Grazie alla divina Duse fu resa nota al pubblico la storia di Paolo e Francesca e di Romeo e Giulietta.
Con d’Annunzio fu un rapporto intenso e passionale, ma anche doloroso e sofferto. Il Vate quando scrisse la raccolta poetica di Alcyone si ispirò molto alla divina attrice.Quando Eleonora morì, il Vate si fece fare un suo busto e lo portò al Vittoriale,e ogni volta che scriveva lo copriva con un velo, perché diceva che lui quella donna non se l’era mai meditata. Sempre al Vittoriale il Vate si chiudeva nella stanza del Lebbroso e meditava su di lei, sostenendo di vedere l’attrice scomparsa in sogno.
Roberto d’Amato
Saggista e Critico d’arte