Dea Bona, culto e riti a Castel di Ieri


La ampia scalinata di accesso All’Eremo di Santa Maria di Pietrabona vista dall’alto.

(DAM) Castel di Ieri – Ho recentemente visitato uno dei luoghi dove a tutt’oggi si celebra ancora una antica processione che affonda le sue origini nel culto italico – romano della Dea Bona: Castel di Ieri in Provincia di L’Aquila nel Parco Regionale del Sirente Velino. 

Qui il culto della Dea Bona può avvenire tramite tutti e tre i maggiori riti della mia ricerca che si sono preservati nei millenni dalla prisca religio italico – romana fino al cristianesimo: “Strofinazione”, “Incubazione” e “Abluzione” (Vedi sulla continuità dei riti che configurano l’antichissima Nazione Antropologica Italica ad esempio il mio speciale su Agenzia Stampa Italia e per maggiori approfondimenti il mio libro “C.Vignali, Tracce di Riti e Culti Ancestrali nell’Abruzzo Contemporaneo, YouCanPrint, 2022”).

Nel territorio di Castel di Ieri, Comune della Provincia di L’Aquila ai piedi della montagna sacra del Sirente, verso Goriano Sicoli, sul percorso dell’antica strada consolare romana Claudia – Valeria che segue il Tratturo Celano – Foggia e il corso del Rio Oscuro, c’è l’Eremo di Santa Maria di Pietrabona, un toponimo dal nome eloquente che fa capire che lì si praticava l’antico culto di Bona Dea, un luogo mistico dove la magia della natura abbraccia l’esoterica spiritualità divina, fra il mondo dei vivi e quello dei morti, nel quale ogni particolare non è lasciato al caso e ogni sasso se potesse parlare chissà quante storie potrebbe raccontarci e quali misteri irrisolti della storia ci svelerebbe.

La facciata della chiesetta rupestre di Santa Maria di Pietrabona a Castel di Ieri.

L’Eremo di Santa Maria di Pietrabona,  costruito sui resti di una area sacra dedicata a Bona Dea (V secolo a.e.c.), si trova su un terrazzo roccioso a circa 700 m Slm di altezza, fra il Vallone di Rio Oscuro e una ripida parete rocciosa, raggiungibile attraverso un sentiero che passa in mezzo al bosco sacro dell’omonimo vallone di Rio Oscuro.

La struttura rupestre, accessibile tramite un’ampia scalinata, antica dimora di eremiti non più abitata dalla Seconda Guerra Mondiale, realizzata con pietre sulle quali sono raffigurati misteriosi segni e simboli religiosi, ha una parte più antica che include l’area sacra, e una più moderna compresa di alloggi, sacrestia, cripta e l’inagibile orto degli eremiti.

A PROPOSITO DEL CULTO DI BONA DEA…

Il culto della Dea Bona, divinità il cui nome era impronunciabile, dèa delle erbe, della fertilità e della guarigione, era misterico con riti proibiti agli uomini e riservati in forma privata solo alle sue sacerdotesse e in forma estesa a tutte le donne. La Dea Bona era una delle Gran Madri Italiche, il cui culto si rifà alla antica cultura del “Matriarcato“.

Ossario con resti umani non solo di eremiti ma anche di malati sia bambini che adulti in un locale a fianco all’ara si Bona.

TRACCE DI RITI E CULTI ANCESTRALI DELLA DEA BONA NELL’EREMO DI CASTEL DI IERI

1) La presenza dell’antichissimo altare dedicato alla Gran Madre Bona collocato in alto a destra rivolgendo lo sguardo all’ingresso delle chiesetta, a fianco una apertura dalla quale si scorge l’ossario e dall’altro lato chiuso da una porticina la stanzetta per l’Incubazione, rito magico – religioso attraverso il quale si aspettava un segnale o un sogno con un messaggio della divinità, o un suo miracolo. Invece, toccando in preghiera l’altare il fedele poteva fare il rito magico – religioso della “Strofinazione”.

L’antichissimo altare in pietra del V secolo a.e.c. consacrato a Bona Dea.

2) La presenza di un pozzo sacro dove si attinge acqua santa per il rito magico – religioso dell’ “Abluzione” nell’acqua miracolosa.

3) La sincretica presenza all’interno della Chiesetta di Santa Maria di Pietrabona di un affresco sacro della Madonna definito “di passaggio” perché con elementi sia pagani che cristiani, probabilmente opera di un eremita. Qui, la Madonna di Pietrabona (protettrice dei lattanti, dei bambini malati e delle partorienti) è raffigurata con un bimbo in braccio e uno in grembo, simbolo di fertilità che richiama il culto delle Gran Madri della Prisca Religio trasformate nel Medioevo nella figura della Madonna per convertire le  popolazioni locali (Sulle Gran Madri Italiche vedi anche il mio articolo su “Saturnia Tellus”). A questi elementi pagani si affiancano elementi cristiani come “Dio Padre onnipotente”, gli angeli e ai lati San Domenico e San Francesco. 

L’interno della Chiesetta dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona.

4) Il toponimo Santa Maria di “Pietrabona” che richiama la presenza dell’altare – ara – pietra consacrata alla Dea Bona.

5) La Processione del Martedi di Pasqua quando  la statua della Madonna dalla chiesa madre del paese viene portata dalla cittadinanza di Castel di Ieri fino all’eremo, dove viene celebrata una messa in suo onore. Successivamente, dopo aver mangiato nei pressi dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona, gli abitanti di Castel di Ieri ritornano con la statua della Madonna alla Chiesa Madre del paese dove viene riposizionata la statua. Il rito antichissimo, ha il fine di garantirsi il favore  per i raccolti della Primavera.  

La nuova amministrazione comunale di Castel di Ieri del Sindaco Fernando Fabrizio, in virtù del lavoro dell’Assessore al ramo Michela Fabrizi sta cercando di valorizzare a pieno ai fini turistico – esperenziali il sito dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona che insieme al Tempio Italico rappresentano le due punte di diamante del patrimonio storico e artistico di Castel di Ieri.

A tal proposito, l’Assessore Michela Fabrizi è stata intervistata su LaNotizia.net

 – Ci parli in breve delle origini di questo posto, Santa Maria di Pietrabona…..

“Le prime tracce scritte dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona di Castel di Ieri sono nella Bolla papale di Licio VI del 1183, mentre dagli studi fatti si è visto che la parte più antica risalirebbe al V secolo prima di Cristo” ha detto Michela Fabrizi.

– Questo era un luogo sacro per le popolazioni dei Peligni Superequani? 

“Diciamo di si. Era un luogo sicuramente abitato dalle popolazioni locali agro – pastorali. Dobbiamo pensare che nelle vicinanze c’erano un fiume alimentato dal Fucino e dei villaggi agro – pastorali, era una zona fertile e produttiva lungo la strada consolare romana Claudia – Valeria che seguiva in questo punto il corso del Tratturo Celano – Foggia. Dunque, l’Eremo di Santa Maria di Pietrabona ha avuto varie funzioni in base all’evolversi della società” ha spiegato l’assessore del Comune di Castel di Ieri.

– Come volete utilizzare l’Eremo di Santa Maria di Pietrabona ai fini turistico – culturali?

Stiamo raccogliendo fondi dal 2020 per eseguire lavori di manutenzione e restauro dell’affresco della Madonna. Stiamo lavorando alla valorizzazione dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona anche più del Tempio Italico. Il fine – ha continuato l’assessore Michela Fabrizi – è quello di creare un movimento turistico particolare e diverso dal Tempio o da qualsiasi altro sito archeologico, poiché riteniamo l’Eremo un canale straordinario di promozione territoriale. È un luogo molto spirituale, ma anche misterioso, pertanto sia con la Bona Dea, sia con l’orto dell’eremita che con la natura ricca e incontaminata, grazie alla nostra posizione all’interno del Parco Regionale Sirente – Velino, possiamo costruire intorno all’eremo offerte di itinerari variegati e molto interessanti, in linea con l’andamento delle tendenze turistiche di questo tempo” ha concluso l’assessore del Comune di Castel di Ieri Michela Fabrizi. 

La sagrestia e alloggi per gli eremiti in Santa Maria di Pietrabona a Cast di Ieri. .,

Per maggiori informazioni sull’Eremo di Santa Maria di Pietrabona a Castel di Ieri si vedano il mio articolo su Agenzia Stampa Italia e i riferimenti online messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale:
– Discover Castel di Ieri
– Pagina FB dell’Eremo di Santa Maria di Pietrabona.

C. Vignali, “Il Culto della Dea Bona vive ancora oggi a Castel di Ieri in provincia di L’Aquila”, Agenzia Stampa Italia, 11 novembre 2022


Cristiano Vignali