(DAM) Roma – Il filosofo Massimo Pasquale Cogliandro tratta in questo speciale del modello istituzionale “menscevico” proposto dal sindacalista e deputato del Regno d’Italia Alceste De Ambris nella Carta del Carnaro, cioè nel suo progetto di costituzione per lo Stato libero di Fiume del 1920, entrato in vigore con modifiche l’8 settembre 1920. Per il suo carattere socialista rivoluzionario, mise paura alle potenze capitaliste – liberal democratiche a cui rispondeva il governo del Regno d’Italia che nel Natale dello stesso anno represse nel sangue il governo fiumano di Gabriele d’Annunzio. Ovviamente questa é l’interpretazione del filosofo di origini pugliesi-calabresi residente a Roma, siamo aperti ad ogni eventuale altra interpretazione perché siamo una testata libera e indipendente.
Il socialista Alceste De Ambris, nella redazione del suo progetto di Costituzione per lo Stato Libero di Fiume, si è ispirato al modello istituzionale che si stava andando affermando in Russia dopo la Rivoluzione del febbraio 1917. La Rivoluzione di Febbraio prevedeva un dualismo di poteri tra il Governo Provvisorio, che presto doveva essere affiancato da una Duma eletta a suffragio universale, e i Soviet Operai, a cui sarebbero state demandate le competenze in materia economica e di lavoro.
Nella Costituzione di Fiume di De Ambris troviamo lo stesso dualismo di potere voluto dai Menscevichi e dai Socialisti Rivoluzionari in Russia dopo la Rivoluzione di Febbraio, per cui il Soviet (“Consiglio”) Economico della Repubblica avrebbe dovuto affiancare in alcune competenze legislative la Duma (“Camera dei Rappresentanti”).
Questo modello istituzionale di derivazione menscevica veniva temperato dal fatto che nel Soviet Economico di Fiume siedevano 15 rappresentanti dei padroni su un totale di 60 rappresentanti di tutte le categorie professionali.
De Ambris riprese inoltre dalla Dottrina Sociale della Chiesa coeva l’idea del corporativismo associativo, teso a migliorare le condizioni e il potere dei lavoratori al di fuori di una logica legata alla lotta di classe.
Poteri del Soviet Economico di Fiume previsti dalla Carta del Carnaro del 1920 nella prima redazione di Alceste De Ambris:
“Art. 23 – Il Consiglio Economico si compone di 60 membri eletti nelle seguenti proporzioni a suffragio universale segreto e diretto, col sistema della rappresentanza proporzionale:
– 15 dagli operai e lavoratori della terra;
– 15 dai datori di lavoro;
– 5 dai tecnici industriali ed agricoli;
– 5 dagli impiegati amministrativi delle aziende private;
– 5 dagli insegnanti delle scuole pubbliche e dagli studenti degli istituti superiori;
– 5 dai professionisti liberi;
– 5 da impiegati pubblici;
– 5 dalle cooperative di lavoro e di consumo.
Art. 24 – I membri del Consiglio Economico vengono eletti per un periodo di due anni. Per essere eleggibili occorre appartenere alla categoria rappresentata.
Art. 25 – Il Consiglio Economico si aduna ordinariamente due volte all’anno, nei mesi di maggio e di novembre, per trattare e legiferare sui seguenti oggetti, che sono di sua competenza:
a) Codice Commerciale e Marittimo;
b) Disciplina del lavoro;
c) Trasporti;
d) Lavori pubblici;
e) Trattati di commercio, dogane, ecc.;
f) Istruzione tecnica e professionale;
g) Legislazione sulle Banche, sulle Industrie e sull’esercizio delle professioni e mestieri.
Art. 26 – La Camera dei Rappresentanti ed il Consiglio Economico si riuniscono insieme una volta all’anno nella prima quindicina di dicembre formando l’Assemblea Nazionale, che tratta e legifera sui seguenti oggetti di sua competenza:
a) rapporti internazionali;
b) finanza e tesoro della Repubblica;
c) istruzione superiore;
d) revisione della Costituzione”.
A questo modello di Stato socialista finse di richiamarsi Mussolini nell’introdurre la Camera dei Fasci e delle Corporazioni ed il sistema delle Corporazioni.
In realtà, al corporativismo associativo di De Ambris Mussolini sostituì il corporativismo di Stato fascista ed il Soviet Economico, ridenominato Camera dei FASCI e delle Corporazioni, divenne il principale strumento di occupazione dello Stato e dell’economia da parte della borghesia politica fascista. Il Corporativismo di Stato fascista divenne quindi una variante del Capitalismo di Stato del regime nazionalcomunista di Stalin in Unione Sovietica.
Alceste De Ambris rifiutò di aderire alla “Rivoluzione fascista” e scelse la via dell’esilio insieme agli altri dirigenti socialisti. D’Annunzio, che pure aveva approvato la Costituzione socialista di De Ambris, preferì restare in Italia nonostante la sua cordiale antipatia verso Mussolini ed il fascismo.
La Costituzione socialista di Fiume (Carta del Carnaro), scritta da Alceste De Ambris ma voluta da D’Annunzio, venne lodata dai marxisti Gramsci e Labriola.
In effetti dal 1900 al 1906 D’Annunzio aveva già militato con grande fervore nell’area socialista rivoluzionaria.
Venne strumentalizzato dal Regime Fascista contro la sua volontà e ancora oggi la sua figura viene strumentalizzata da tutti i movimenti neofascisti in funzione anti-croata, deformando la figura del poeta e rendendola odiosa ai più. In realtà, il poeta, finché ha governato Fiume, ha sempre rispettato i diritti dei Fiumani di nazionalità croata e ungherese.
Massimo Pasquale Cogliandro