(DAM) Pescara – La docente, giornalista e scritrice Daniela D’Alimonte, premiata nella categoria scrittori dannunziani col Primo Premio Internazionale “Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia” ci parla del suo importante contributo nel settore della conoscenza e nello studio degli scritti in dialetto di Gabriele d’Annunzio.
“Si tratta di un saggio dal titolo “Le poesie di d’Annunzio in dialetto: uno studio linguistico”, pubblicato da Tabula Fati di Marco Solfanelli nel volume “D’Annunzio e il suo dialetto” nel 2021. In questo volume – ha spiegato Daniela D’Alimonte – il mio intervento è relativo alle sette composizioni poetiche di Gabriele D’Annunzio in dialetto abruzzese. Di queste poesie, quattro sonetti e tre madrigali, ho effettuato un’analisi linguistica, lavorando direttamente sulle fotocopie e le foto dei manoscritti originali”.
“Ho analizzato – ha continuato la D’Alimonte – il dialetto utilizzato dal nostro Vate ricavandone notizie importanti preziose per ricostruire la parlata del dialetto pescarese e abruzzese al suo tempo. L’analisi è stata effettuata sotto il punto di vista fonetico, morfologico sintattico e lessicale”.
A tal proposito, dagli studi della docente, giornalista e scrittrice Daniela D’Alimonte si evince che:
“Tra le caratteristiche principali evidenziate sicuramente il fatto che il dialetto di quel tempo parlato e scritto da Gabriele D’Annunzio era molto più vicino al dialetto di Chieti rispetto a quanto lo è oggi. Questo perché, nella fase arcaica il territorio pescarese dove D’Annunzio è nato e cresciuto apparteneva alla provincia di Chieti. Il dialetto pescarese vero e proprio si è sviluppato successivamente e si è distaccato in tempi rapidi rispetto a quello antico soprattutto a causa dello sviluppo economico e sociale dell’area, subito dopo la nascita della nuova provincia di Pescara. Dal punto di vista fonetico si può notare come il dialetto abruzzese nella sua fase antica fosse inoltre molto più vicino anche alla più illustre varietà napoletana da cui certamente dipende”.
“Nelle poesie sono presenti infatti alcuni fenomeni fonetici come la metafonia napoletana che oggi in ossi dialetti non presentano più . Interessanti anche alcuni lessemi utilizzati da Gabriele D’Annunzio che oggi non esistono più o non vengono più utilizzati”.
Sull’importanza dei suddetti studi compiuti da Daniela D’Alimonte, ha commentato alcuni anni fa il professor Vito Moretti: “Apporta un contributo definitivo all’analisi delle scritture dialettali del poeta…”.
Pertanto, un importante studio della storia locale e, in particolare dello sviluppo sociale e culturale del territorio, può dunque essere portato avanti se si hanno gli strumenti in grado leggere e interpretare adeguatamente le testimonianze che ci ha lasciati la lingua scritta e parlata e, in questo caso il dialetto, di cui Gabriele d’Annunzio è stato un grande cultore.
Cristiano Vignali