Cibo e Cefalea ne parla la Dott.ssa Sandra Matteucci

Dott.ssa Sandra Matteucci

(DAM) Chieti – Sono molte le sostanze contenute negli alimenti che possono provocare effetto cefalogico.

Si possono distinguere:

  1. Gli Additivi alimentari (i conservanti, coloranti, addensati e aromi che conferiscono un maggiore sapore).
  2. Le sostane biologicamente attive come le anime e le metilxantine che non sono aggiunte ai cibi ma vi sono contenute o vengono liberate in circolo dopo la trasformazione digestiva di un alimento.

La Cefalea come reazione avversa agli alimenti non è da confondere con l’allergia alimentare vera che è invece riconducibile all’allergene appartenente all’alimento.

La cefalea alimentare è un fenomeno di vasodilatazione che può essere seguito o anche preceduto da una vasocostrizione per cui la circolazione intracranica risente molto di queste variazioni pressorie, reagendo con un dolore abbastanza resistente ai comuni farmaci analgesici.

Sono di solito le amine bioattive (istamine, dopamina, serotonina, feniletilamina).

L’istamina la troviamo nei pesci, pomodori, uova, albume,fragole e crostacei, maiale, salumi, cavoli, vini, birra; la tiranina nei formaggi stagionati, nell’estratto di lievito, nelle banane, nei semi di soia, nell’avocado e in altre sostanze alimentari.

La caffeina, la teobromina e la feofillina, possono essere causa di cefalea. Il monoglutammato di sodio, invece, è presente nella salse, nel concentrato di pomodoro, nelle salse di soia, nella lavorazione del parmigiano e nei dadi da cucina.

Ebbene, cosa si può fare?

Il problema più evidente è senza dubbio quello di individuare con precisione l’alimento implicato anche perché in un cibo vi possono essere più sostanze responsabili di creare emicrania, e non solo; anche fattori ambientali possono sovrapporsi.

Il problema è ancora più importante quando riguarda i ragazzi e i bambini. Le raccomandazioni sono basate su un iniziale buon senso ed una dieta equilibrata. Diminuire il consumo dell’alimento incriminato si ain termini di quantità che di frequenza.

Dott.ssa Sandra Matteucci