Carta del Carnaro, convegno a Montereale

CONVEGNO “D’ANNUNZIO E LA CARTA DEL CARNARO” A MONTEREALE

Montereale (AQ) – Nel pomeriggio di sabato 5 ottobre 2024, a partire dalle ore 17.30, presso l’Associazione delle Colline di Montereale (SR 451 n.54, Ville di Fano, Montereale – AQ),  si terrà un dibattito su Gabriele d’Annunzio e la Carta del Carnaro della libera città di Fiume “Analisi di un personaggio e di un documento aldilà dei pregiudizi di destra e di sinistra”. La Carta del Carnaro, promulgata il 30 agosto 1920, è l’apice dello slancio rivoluzionario fiumano che identifica nella libertà e nell’arte i valori fondamentali della vita di ogni persona.

Interverranno lo scrittore e saggista Michele Antonelli , il giornalista e saggista storico Cristiano Vignali e il medico Maria Fioravanti. Ingresso libero. La cittadinanza è invitata a partecipare. Per informazioni: 3386039957.

A tal proposito, ha dichiarato Maria Fioravanti: “apprezzo del d’Annunzio la poesia, la sensibilità, la sensualità, la coerenza tra il pensiero e il comportamento, il coraggio di esporsi in prima persona, nonché di riconoscere i propri errori”.

Cristiano Vignali su Gabriele d’Annunzio e la Carta del Carnaro: ” Il d’Annunzio è stato l’ultimo dei grandi umanisti del Rinascimento e dei padri della Patria del Risorgimento che incarnava i valori immortali della Romanitas, era l’anima di quella straordinaria vicenda che è stata l’Impresa di Fiume, anche se la sua figura è stata spesso mal interpretata, o deideologizzata al massimo, paragonandola a quella di un intellettuale avventuriero, oppure strumentalizzata politicamente, ridotta al ruolo di semplice ideologo del Fascismo, ma queste visioni sono inesatte, perché con la Reggenza Italiana del Carnaro si inventò comunque sia un nuovo modo di far politica; infatti se da una parte si rafforza in particolare la concezione religiosa della Nazione, dall’altra, venne redatta dal sindacalista e già deputato del Regno d’Italia Alceste De Ambris la Carta del Carnaro, una avveniristica costituzione, veramente innovativa per l’epoca, dalla forte carica rivoluzionaria che garantiva diritti che sembravano impensabili nel 1920 come ad esempio la democrazia diretta, la tutela sindacale dei lavoratori, il suffragio universale, la libertà di pensiero e di stampa, l’uguaglianza senza discriminazioni né sessuali, né religiose, né di lingua né di razza”.

Sui valori e le opere di Gabriele d’Annunzio ha invece dichiarato Michele Antonelli: “Il d’Annunzio è certamente un grandissimo poeta e scrittore, però un successo come il suo non si consegue senza rendere un grande servigio al potere vigente. Un potere che, per quanto ci riguarda, più o meno consapevolmente ha gestito buona parte della transizione dall’Ancien Régime borbonico al liberalismo globale a guida anglosassone, che si sta rendendo responsabile di una nostra crisi demografica senza precedenti. Dobbiamo chiederci, quindi, che ruolo hanno avuto i valori promossi dal d’Annunzio, attraverso le sue opere e con il suo stile di vita, in questo drammatico processo”.