Avezzano: “Paura di fallire e capacità decisionale” di Paola Compagno, psicologa psicoterapeuta

(DAM) Avezzano – La paura del fallimento si concretizza, molte volte, con la difficoltà di portare a termine un compito oppure di iniziarlo. La preoccupazione di non raggiungere alti livelli nella prestazione tende a immobilizzare la persona e ciò può generare bassi livelli di autostima. La stima che abbiamo in noi stessi, tuttavia, non può dipendere da eventuali errori commessi nello svolgimento di un compito. Molto spesso, i giudici più inclementi delle nostre prestazioni siamo proprio noi stessi, quindi, è fondamentale avere l’obiettività di distinguere tra ciò che “siamo” e ciò che “facciamo”. Tutti possiamo fallire in qualcosa nella nostra vita, ma ciò implica anche la capacità di capire dove si è sbagliato e mettersi nella condizione di crescere come esseri umani e di assumersi le proprie responsabilità. 

La mancanza di fiducia in sé porta a lasciare in sospeso i propri impegni, poiché la persona sente di non essere all’altezza del compito e “sceglie” di lasciar stare. La paura di commettere errori può indurre alla procrastinazione, ossia, alla tendenza a rimandare, a rinviare. La persona che tende a procrastinare, a causa della paura di non riuscire e di deludere sé stesso e gli altri, comincia a escogitare varie giustificazioni per interrompere l’attività, oppure, ne rimanda, costantemente, l’inizio. Ovviamente, la procrastinazione rientra in diversi campi della vita di una persona, riguarda il lavoro, la vita familiare, sociale, la cura di sé. 

La tendenza a rimandare si sviluppa in due direzioni: agire all’ultimo minuto e non agire affatto.

Rinviare sistematicamente un’attività indica una profonda paura di sbagliare, però questo è il modo migliore per giustificare il proprio comportamento (a se stessi e agli altri), poiché, la persona si convince del fatto che, avendo svolto il compito in fretta e con tempi stretti, non poteva fare di meglio e quindi, in fondo, non è colpa sua se non è riuscita a ottenere risultati ottimali e soddisfacenti.  

Anche il non agire affatto rientra nella paura del fallimento, però in questo caso, la persona preferisce rimandare l’inizio per non confrontarsi con la delusione dell’insuccesso. La persona si prefigura un esito negativo, anticipa un risultato che non può conoscere e così mette in atto un evitamento e “sceglie” di non attivarsi, sceglie direttamente la sconfitta, senza mettersi in gioco. Piuttosto che rischiare nel presente, le persone tendono a rimandare le decisioni al futuro, sperando che le cose cambino o si risolvano da sole. 

Prendere una decisione significa fare una scelta valutando le possibili conseguenze; la scelta viene effettuata in base a ciò che procura maggiore piacere, ricompensa o utilità. Ogni giorno prendiamo centinai di decisioni, più o meno in maniera consapevole. Non sono importanti solo le grandi decisioni, ma anche quelle piccole, perché le piccole decisioni, nel lungo termine, determinano la qualità dei nostri risultati e anche della nostra vita: per esempio, se ogni settimana decidiamo di andare in palestra, a lungo andare, questa decisione semplice modificherà notevolmente il nostro benessere psicofisico.    

Essere consapevoli delle piccole decisioni che prendiamo quotidianamente, quindi, consente di avere più fiducia in noi stessi e di essere pronti per quelle più grandi. Chi si mette in gioco e accetta il rischio di sbagliare nel fare delle scelte è più produttivo, più creativo e vive più a lungo. 

Per modificare il proprio comportamento, quindi, e smettere di rimandare, il primo passo è quello di programmare il proprio tempo in anticipo, in modo da dare una struttura organizzata alle cose da fare. Quando la persona, con impegno e fatica, impara a pianificare la propria giornata e il lavoro da svolgere, si sente più soddisfatta di sé e la paura dell’insuccesso è ridimensionata. Un altro passo da compiere è la definizione di un arco temporale entro il quale analizzare tutti gli elementi e fare la scelta, fissando un termine ultimo, senza rimandare.

Bisogna precisare che tutti noi qualche volta nella vita procrastiniamo, è normale rinviare occasionalmente delle cose da fare e i motivi possono essere molteplici. Non è possibile eliminare totalmente la procrastinazione dalla nostra esistenza, tuttavia, quando la tendenza a rimandare è cronica bisogna attivarsi per modificare questo “modo di vivere” e impegnarsi per migliorare la propria qualità della vita. 

Se vogliamo raggiungere degli obiettivi dobbiamo tener conto delle conseguenze delle nostre azioni; se desideriamo imparare a suonare il pianoforte, dobbiamo deciderlo quotidianamente, non è qualcosa che decidiamo oggi e che poi si realizza da sé. 

Quindi, per ottenere dei risultati, sono fondamentali: l’entusiasmo, la costanza e l’impegno, i quali devono essere intesi non come sacrificio, ma come presupposto naturale per poter realizzare i propri propositi e desideri.

Come afferma Anthony Robbins: “È nel momento delle decisioni che crei il tuo destino”, ogni piccola decisione che prendiamo quotidianamente, alla lunga, può anche cambiare la nostra destinazione.

Per informazioni: paolacompagnopsicologa.it

Dott.ssa Paola Compagno – Psicologa e Psicoterapeuta