Atessa: Vincenzo Menna (Slow Food Atessa) sui fichi reali “Caracine”

Vincenzo Menna, referente del presidio Slow Food e Assessore Comunale di Atessa da noi intervistato sui fichi reali “Caracine” di Atessa

(DAM) Atessa – ll fico reale di Atessa “Caracine” è un prodotto della terra d’Abruzzo e della Provincia di Chieti, ed in particolare della Val di Sangro, diventato per la sua unicità e specificità presidio Slow food. Questo fico viene prodotto nella pressoché totalità dall’Agriturismo “La Ruelle” in Contrada Piana Matteo di Atessa. 

La sua origine affonda nell’epoca preromana, come attestano sia i ritrovamenti fossili, sia le fonti storiche documentali della città di Atessa, sia l’etmologia del nome specifico del prodotto.

I fichi reali di Atessa, vengono denominati “Caracine”, un termine che deriverebbe, secondo alcuni studiosi, dal nome di una delle antiche tribù dei Sanniti, cioè appunto i “Carracini”.

Alcuni anni fa, è stato ritrovato in località Acquachiara di Atessa, un fico essiccato e carbonizzato risalente all’epoca romana, in cui il frutto oltre ad essere un cibo sacro, era una dono pregiato di scambio, dall’alto contenuto nutrizionale, facilmente trasportabile essiccato, utilizzato anche in medicina per le proprietà lassative e antinfiammatorie.

Nei secoli il fico reale “Caracine”  ha continuato ad essere una merce di scambio e un alimento centrale nella società agricola della Val di Sangro, a tal punto che nel 1320, il Re Roberto d’Angiò, mise un balzello sui fichi secchi prodotti e  commercializzati ad Atessa.

La produzione del fico reale, avviene tra il 15 agosto e il 30 settembre, quando giunge a maturazione con un colore verde chiaro striato di giallo con accenni di piccole crepe dorsali.

La raccolta viene effettuata manualmente nelle primissime ore del mattino, quando i fichi sono ancora freschi perché ancora troppo riscaldati dal sole, e le condizioni ambientali permettono di garantire le migliori condizioni di lavoro anche igienico – sanitarie.

Dopo essere stati raccolti, i fichi vengono essiccati per diversi giorni, o interi oppure aperti nel mezzo, adagiati tutti allo stesso modo sui Cannizzi,  a distanza uniforme l’uno dall’altro, affinché non si rovinino toccandosi, coperti da un reticolato in fibra che li protegge sia dagli agenti atmosferici che dagli insetti, per poi essere trasportati di sera in un luogo riparato ed asciutto.

Successivamente, i fichi possono essere immersi un paio di minuti in una soluzione di cloruro di sodio o in acqua di mare bollente e poi tagliati e arricchiti nel mezzo da un gheriglio di noce

Una volta essiccati, i fichi possono anche essere messi in forno per due o tre ore, a circa 80/90°, per poi essere riposti con foglie di alloro in un luogo buio ed asciutto, per essere  gustati nei mesi invernali, solitamente davanti al fuoco, accompagnati dal mosto cotto.

Numerosi prodotti vengono realizzati con i fichi secchi “reali” di Atessa “Caracine”. A tal proposito, sentiamo cosa ha dichiarato ai nostri microfoni l’Assessore Vincenzo Menna, referente del presidio “Slow Food” di Atessa: 

La Redazione di Discovery Abruzzo Magazine