ARTE ORAFA SCANNESE

L’arte orafa scannese

(DAM) Scanno (AQ) – Quella orafa di Scanno è una tradizione avente un’origine culturale particolare che pone le sue radici da tempi molto lontani. Dal XVII secolo la diffusione della pastorizia indusse gli allevatori a realizzare patrimoni importanti, derivati dal commercio e dall’allevamento delle greggi, per lo più con il loro movimento sui grandi percorsi tratturali in direzione dell’Italia meridionale. La condizione di benessere raggiunta portò presto alla necessità sociale di ostentare i propri beni tramite oggetti che affermassero l’opulenza ed il lusso ottenuti. Il gioiello aveva dunque il compito di esprimere il patrimonio familiare, trasmettere valori, scacciare la malasorte e le iettature ma soprattutto adornare i vestiti, in modo speciale quelli femminili. La rinomata storia orafa di Scanno diviene proprio da quest’ultimo scopo: la tradizione è portata avanti dalle molteplici famiglie di artigiani orafi, ancora oggi di generazione in generazione, continuando ad adornare i fantastici costumi delle donne del paese con i propri ori! Una tecnica di lavorazione che in questo centro è diventata caratteristica in maniera particolare è quella della filigrana aurea. I gioielli realizzati in essa sono pertanto molto famosi. Tale tecnica venne utilizzata originariamente per produrre bottoni, talmente benfatti da essersi sviluppati in gioielli veri e propri. In questo modo, con il tempo, è stato assunto un significato molto peculiare da alcuni gioielli – simbolo. Gli ori più rinomati della tradizione orafa di Scanno sono:

  • la Bottoniera, bottoni d’argento, posti sul corpetto del costume tradizionale della donna scannese;
  • la Presentosa, il più celebre, che anche Gabriele d’Annunzio citò ne “Il Trionfo della morte”, ossia una grande stella in filigrana con 2 cuori in mezzo che tradizionalmente era regalata dai genitori dello sposo alla futura moglie come segno d’amore, e che rappresenta ancora oggi un dono auspicante amore eterno e felicità;
  • la Cicerchiata, una fede nuziale antica che presenta una fascia decorata con granelli d’oro;
  • le Circejje, ovvero orecchini grandi con pendenti di perle;
  • le Sciaquajje, ossia orecchini con pendenti che oscillano, chiamati così in quanto facevano un suono caratteristico mentre la donna sciacquava, ovvero lavava, i panni!
  • Le Chiacchiere, una collana lunga a spighette d’oro decorate a pressione da rigirare attorno al collo;
  • l’Amorino, un ciondolo particolare a spilla da donare anch’esso alla sposa, che raffigura un angioletto scoccante un dardo.

Un cognome conosciuto, che si lega all’artigianato orafo di Scanno e dell’Abruzzo da generazioni, a voler essere precisi dal 1600, è Di Rienzo. Fra i manufatti più rinomati, gli “sciaquajje” sono i tipici orecchini abruzzesi “a navicella” lavorati a traforo, riproducenti in mezzo figure simbolo di prosperità e benessere come foglie, piante, fiori o mascheroni. Gli orecchini si muovono mentre camminano le donne, ondeggiano – come una nave sul mare (appunto) – e in questo modo scacciano gli spiriti maligni e il malocchio, anche tramite dei piccoli campanellini che pendono che suonano in maniera quasi impercettibile. Anche i gioielli in Abruzzo hanno sempre avuto un significato simbolico collegato da un lato ai culti religiosi, e dall’altro alla superstizione, ma la tradizione orafa antica si lega in tutti e 2 i casi ad un ruolo apotropaico del gioiello, di benedizione, che doveva servire come amuleto di protezione dai malefici e dagli influssi negativi. Tale doppia valenza, magica ed estetica, si è mantenuta molto spesso nel tempo, legandosi a volte alle gemme preziose, che venivano portate spesso al collo per la garanzia di un’ottima salute, come l’ametista, che calma i pensieri e la mente, oppure la corniola, che dà il benessere fisico, a volte ad oggetti simboli di buona sorte come rane e chiavi. La Presentosa, per esempio, il medaglione a stella iconico avente dei cuori in mezzo che viene donato come promessa d’amore, dava protezione al cuore di chi la sfoggiava, in senso sia fisico che simbolico. Un membro della famiglia Di Rienzo tiene tanto, giustamente, anche agli ori con il tombolo, in quanto sono l’unione di 2 tradizioni, l’oreficeria ed il tombolo: una signora si occupa della realizzazione di quest’ultimo e lui dell’incastonatura e dell’incorniciatura nei suoi ori. Dai disegni del tombolo prende molto spesso le trame l’artigianato orafo, ma a loro si deve il merito di aver fatto un ulteriore passo, grazie alla sua fusione nel gioiello in modo diretto, facendo diventare esso stesso gioiello.

Veronica Tieri Discovery Abruzzo Magazine

IMMAGINE: scultura che si trova a Scanno raffigurante una donna del borgo, foto di Alessandro Tieri