Abbateggio, Cerere, Ablutio in Sant’Agata

(DAM) Abbateggio – L’Italia ha il 75% di tutti i beni artistici – architettonici esistenti. Questo fa collocare la nostra Penisola prima al mondo per influenza ed eredità culturale.

L’ incontrastabile podio italico è marcato ulteriormente dalla presenza, a livello antropologico, culturale e storico di una serie di varie tradizioni e di riti che si sono tramandati nel corso dei millenni dall’Eta del Ferro, fino ad oggi.

Tracce di questi riti sono ancora presenti nell’Appennino Centrale, un’area del centro Italia rurale e isolata dalle grandi vie di comunicazione che solo negli ultimi decenni, prima con le autostrade e, poi ancora di più negli ultimi anni con la rivoluzione digitale, è entrata a contatto con la comunicazione globale, riuscendo a conservare queste tradizioni.

Gli studiosi continuano infatti studi e ricerche sui luoghi dove vengono praticati o ci sono ancora tracce degli antichi culti dell’Incubatio e dell’Ablutio, in particolare nell’area intorno al massiccio montuoso della Maiella, montagna madre, sacra per i popoli italici che abitavano alle sue pendici (Marrucini, Frentani e Peligni).

L’ Incubatio è una pratica magico-religiosa che consiste nel dormire una notte o nel passare delle ore in meditazione e preghiera in una grotta sacra o locale sotterraneo di un tempio dedicato a una divinità, per avere un sogno ispiratore o un segnale, un messaggio divino; mentre l’Ablutio consiste nel rigenerare il proprio corpo e/o lo spirito bagnandosi in una sorgente o fonte sacra.

Rituali di incubazione si conoscono già in epoca protostorica.

Questa pratica richiedeva che un sognatore scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte sognando e andasse da un interprete a raccontare il sogno, che di solito rivelava una profezia.

Nell’antica Grecia e a Roma, famosa l’incubazione praticata dai membri del culto di Asclepio – Esculapio.

Le offerte votive ritrovate nei suoi centri di culto ad Epidauro, Pergamo e Roma attestano l’efficacia del rito.

L’incubazione venne adottata da certe sette cristiane ed è tuttora in uso in pochi monasteri greci.

Le pratiche legate all’ oniromanzia hanno abbracciato la preistoria, sono state riprese dalla religione tradizionale romana e successivamente dal Cattolicesimo e possiamo constatare che in molti casi sono arrivate fino ai giorni nostri, o per lo meno è arrivata di essa la memoria.

In questa fase sincretica di trasmissione dei riti nei secoli, due fasi sono state molto importanti:

‘La fase Italico -Romana’ che per convenzione possiamo individuare nel periodo compreso fra la Guerra Sociale fra Italici e Romani, in cui le popolazioni osco – sabelle che abitavano l’Appennino Centrale hanno ottenuto la cittadinanza romana, e il “Giuramento d’Italia” “Coniuratio Italiae”, in cui i popoli italici hanno giurato fedeltà a Ottaviano Augusto, fondatore dell’Impero Romano che, dopo Numa Pompilio, ha riordinato la confusione esistente nella religione romana, assimilando sincretisticamente divinità italiche provenienti da varie culture dell’Italia e successivamente da tutto l’impero, perché se Roma ha potuto dare al Mediterraneo circa duecento anni di pace, questo è dovuto non solo alla forza dei suoi eserciti, alla certezza del suo diritto, ma anche alla cosiddetta Pax Deorum.

Possiamo individuare infine un’ ulteriore fase definita ‘Fase Cristiana – Romana’ che riguarda il processo di Cristianizzazione dell’Impero Romano che portò una vera e propria rivoluzione culturale, ma non alla scomparsa degli antichi culti ancetrali locali.

Anzi, questi culti, con lo sfaldamento delle istituzioni romane nella Tarda Antichità, sono riemersi prepotentemente e solo il monachesimo ha permesso nell’Alto Medioevo, e precisamente fra il VI e il IX secolo, alle popolazioni delle campagne di cristianizzarsi a pieno, facendo propri sincretisticamente antichi riti e divinità che hanno preso nomi della Madonna e dei Santi.

ALTARE VOTIVO DELLA CHIESA SANT’AGATA – TEMPIO DI CERERE AD ABBATEGGIO

Tra le località di Abbateggio, ubicata nel settore orientale del centro abitato, merita di essere visitata la piccola contrada di Sant´Agata, uno dei capisaldi storici – topografici della presenza umana in questo territorio.

Coperto dalla fitta vegetazione è possibile osservare non con poca fatica l’altare votivo di Sant’Agata, ricavato da una preesistente struttura di un tempio dedicato a Cerere, sito in mezzo a un boschetto sacro “luco”, dove fino all’Ottocento, benché la chiesetta era già in rovina almeno da duecento anni, si veniva in processione sia per propiziare la fertilità dei campi, sia per la protezione delle greggi transumanti, sia per la fertilità delle donne che si bagnavano i seni nelle acque sacre con le abluzioni.

Sempre nei pressi della zona in località Colle di Gotte di Abbateggio ci sono i resti di un tempio dedicato a Ercole, su cui parleremo in un altro speciale.

VIDEO NEL BOSCO SACRO “LUCUS” DI SANT’AGATA IN ABBATEGGIO SUL CULTO DI CERERE, PROSERPINA TORNA SULLA TERRA E RINASCE LA PRIMAVERA

Sull’argomento vedi anche:

Vojtila Lara e Cristiano Vignali – Discovery Abruzzo Magazine